Pubblichiamo l’intervista al nostro AD Umberto Sampieri apparsa sul blog di Renato Bertuol dedicato ai Social Media e alla Business Intelligence, con particolare attenzione alle PMI. Con Renato stiamo approfondendo una collaborazione proprio sull’utilizzo dei Social e della Business Intelligence al servizio della creazione di valore.
l’azienda italiana e l’efficienza… quanto c’e’ da migliorare?
Il miglioramento dell’efficienza non è un arte ma un mestiere fatto di impegno continuo, di piccoli passi, quindi non appartiene naturalmente alla nostra cultura. Ma oggi più che mai il confronto globale ci impone di farlo proprio. Le do solo un dato che deve far riflettere: oggi le aziende tedesche costruttrici di macchine automatiche e di impianti sono in grado di produrre a costi più bassi dei nostri.
negli ideogrammi cinesi la parola Crisi è composta da “problema” e “opportunità” quali sono attualmente i problemi maggiori e quali potrebbero essere le opportunità che questa crisi può dare ?
Preferirei non aggiungere nulla al coro dei problemi. Mi piace invece sottolineare un’opportunità. Questa situazione sta spingendo tutti, individui e aziende, a fare di più con meno, a ricercare l’essenzialità quasi con spirito classico. Sono certo che questa tensione ci offrirà prodotti e servizi migliori e uno stile di vita più appagante.
come l’utilizzo dei social media può incrementare il valore delle aziende?
La mia società ha fatto della creazione di valore per i suoi clienti la propria mission. I social media possono contribuire in maniera significativa allo sviluppo del brand e alla ricerca del posizionamento strategico migliore, due ingredienti fondamentali nella creazione di valore. Ma se non sbaglio ne parleremo assieme in un prossimo workshop organizzato con un nostro partner, giusto ?
in Italia bisogna lavorare di più per estendere l’utilizzo di metodologie per migliorare le performance (bsc, bi) o il mercato è già maturo per fare un passo oltre e pensare a analisi più avanzate (es: analisi predittive)
Credo vi siano ancora amplissimi spazi di miglioramento nelle lettura dei numeri aziendali. Moltissime aziende hanno aree di prodotto/mercato che bruciano valore anziché crearlo. Scoprirle è ovviamente il prerequisito per migliorare la performance. Certo poi bisogna avere il coraggio di essere conseguenti.
qualche suggerimento per migliorare per performance aziendali a costo zero (o quasi)
Imparare nel quotidiano, a partire dal vertice dell’azienda, a sottoporre ogni scelta al vaglio del “test del valore” e bocciare tutte quelle iniziative che già nelle premesse bruciano valore. Molte volte le aziende sono attratte dalla crescita dei ricavi per se e non si accorgono che nel perseguirla stanno stressando la struttura finanziaria e di fatto bruciando valore.
per vincere la crisi o in generale battere il mercato è meglio per un’azienda dedicarsi a posizionarsi in una nicchia di prodotti cercando di essere il top, o meglio essere generalisti e avere un offering ampio?
Dipende dal settore e dal percorso evolutivo dell’azienda. Tuttavia non voglio sottrarmi del tutto alla domanda e osservo come oggi più che mai si possa trovare un percorso di eccellenza con una specializzazione sulla catena del valore e non per prodotto/mercato. Intendo dire che vedo sempre più aziende di successo concentrate sull’ideare/progettare/produrre (demandando ad altre la vendita) o sul vendere (comprando prodotti e idee dalle prime). Mi sembra un trend da approfondire.
quali sono le parole chiave su cui basare la strategia aziendale per i prossimi anni?
Creatività, ascolto, squadra
3 pregi e 3 difetti dell’azienda italiana media
La caratteristica forse più comune alle aziende italiane è un individualismo esasperato che attraversa tutta la struttura (quindi non è solo un atteggiamento della proprietà); una mentalità che privilegia la furbizia sull’intelligenza; una certa propensione a considerare, come recita l’adagio popolare, che “vale più la pratica della grammatica”. Questo ha prodotto a tratti scatti di genialità, ma difficilmente consente performance di lungo periodo. Credo che la sfida per le nostre aziende sia quella di riuscire a creare comunità eccellenti che ben lungi da tarpare le ali all’individuo gli consentano di esprimere al meglio il suo talento naturale.
3 casi di aziende a cui ispirarsi
Si citano spesso le grandi multinazionali come modelli di riferimento da Apple a Ikea, da Nestle a Danaher per citarne alcune che , per motivi diversi, ritengo vere e proprie scuole. Ma credo sia molto più utile per noi italiani e soprattutto per gli imprenditori italiani, studiare le tante Medie Aziende Familiari tedesche con fatturati di svariate centinaia di milioni di Euro, migliaia di dipendenti, EBITDA superiori al 15%, posizioni finanziarie nette positive e gestite dalla seconda o terza generazione: c’è davvero tanto da imparare.